L'ELETTROSTIMOLAZIONE DEI TESSUTI IN STUDIO A PALERMO
L' ELETTROSTIMOLAZIONE DEI TESSUTI IN STUDIO A PALERMO
L'applicazione di corrente elettrica a scopi terapeutici o ai fini di ricerca sul funzionamento del corpo umano ha subito un'accelerazione esponenziale nel corso dei secoli.
Da una scoperta fortuita nell'antichità, con un'applicazione di scariche elettriche prodotte da particolari specie di pesci, passando per i lavori sperimentali di Galvani sullo studio del sistema nervoso verso la fine del XVIII secolo; tuttavia è solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo che, grazie agli incessanti progressi tecnologici, si è sviluppata l'elettroterapia. All'inizio del XX secolo, Weiss e Lapique scoprono le leggi fondamentali dell'elettrostimolazione grazie a uno spirito sperimentale eccezionale. Le applicazioni di corrente elettrica utilizzate sono molto brevi (da 0,23 ms a 3 ms) ottenute aprendo e chiudendo un circuito elettrico con una pallottola la cui velocità era nota. Ciò permise a Lapique di stabilire la relazione intensità/tempo e di apportare una quantità di carica elettrica in grado di attivare il fenomeno dell'eccitazione neuromuscolare. Lapique diede la definizione anche di reobase e cronassia. Si può affermare, quindi, che la deduzione delle caratteristiche di un impulso elettrico ottimale che garantiscano efficacia, innocuità e comfort era già possibile a partire dagli anni Dieci del secolo scorso, ma si arrivò alla disponibilità dei componenti elettronici in grado di ottenerlo solo molto più tardi.
Gli anni successivi sono caratterizzati da una grande confusione con lo sviluppo di numerose correnti diverse: in base alla forma, alla durata degli impulsi, nonché in base alla gamma delle frequenze utilizzate.
Queste correnti, talvolta pericolose, erano sempre disagevoli, limitando così l'efficacia terapeutica della tecnica. È soltanto all'inizio degli anni Ottanta che la storia dell'elettroterapia diventa razionale e ciò grazie alla combinazione delle nuove conoscenze della fisiologia e della tecnologia. Una volta compresi gli effetti di base dell'elettricità applicata sui tessuti vivi, le uniche correnti che sarebbero state utilizzate oggi sono quelle che garantiscono una sicurezza assoluta per il paziente, il massimo comfort e quindi un'efficacia ottimale. Richiedi un consulto privato per l'applicazione dell'elettroterapia modernacon la dottoressa Grotta dello studio Fisiolab.
I diversi capitoli dell'elettroterapia
Si ottiene un campo elettrico quando una corrente elettrica monodirezionale (o diretta) continua attraversa un mezzo conduttore per un lungo periodo (svariati minuti). Il corpo umano, ricco di acqua ed elettroliti, è un mezzo conduttore di corrente.
Questo effetto di base dell'elettricità consente di fare migrare degli ioni. (Gli ioni sono atomi o particelle che hanno perso la loro neutralità elettrica per acquisizione o perdita di un elettrone). Con riserva di utilizzare una sostanza terapeutica la cui molecola attiva è uno ione, una corrente elettrica continua (o corrente galvanica) favorisce la penetrazione del farmaco nei tessuti, realizzando una specie di trattamento di iontoforesi. Quando si utilizza la corrente monodirezionale (o diretta) sotto forma di impulsi, si ottiene un effetto biologico sclerolitico che consente principalmente di contrastare efficacemente lo sviluppo dell'edema post traumatico nei primi giorni successivi a un trauma causale. Soltanto due tipi di cellule possiedono la proprietà fisiologica per modificare il loro equilibrio elettrico, passando da uno stato di riposo (potenziale di riposo) a uno stato di eccitazione (potenziale di azione), vale a dire le cellule delle fibre muscolari e delle fibre nervose. In termini di eccitabilità, c'è un'enorme differenza fra questi due tipi di cellule. Lo stimolo necessario per innescare un potenziale di azione deve essere svariate centinaia di volte più elevato per stimolare una fibra muscolare rispetto a quello utile per stimolare una fibra nervosa. Le correnti utilizzate per stimolare direttamente le fibre muscolari sono composte da impulsi di durata molto lunga consentendo di applicare la grande quantità di cariche elettriche richieste. Ne consegue che il ricorso alla stimolazione diretta delle fibre muscolari sarà utilizzata soltanto quando la stimolazione dei motoneuroni alfa diventa impossibile. In altri termini, dopo una lesione o una patologia del nervo motore, vale a dire in caso di muscolo denervato.
La stimolazione delle cellule nervose, definita anche neurostimolazione, è probabilmente la parte più utilizzata dell'elettroterapia e può essere suddivisa in due sotto classi:
-l'elettroterapia antalgica, che consiste nella stimolazione di determinati tipi di fibre nervose sensibili;
-l'elettrostimolazione neuromuscolare che ha lo scopo di imporre un lavoro al muscolo innescando potenziali di azioni sul suo nervo motore. In base al regime di lavoro selezionato (ripetizione degli impulsi, tetanizzazione, durata delle contrazioni e dei tempi di riposo...), la tecnica consente di recuperare o sviluppare differenti qualità muscolari o di ottenere effetti indiretti come la riduzione di tono muscolare o l'aumento di flusso sanguigno.
-l'elettrostimolazione neuromuscolare che ha lo scopo di imporre un lavoro al muscolo innescando potenziali di azioni sul suo nervo motore. In base al regime di lavoro selezionato (ripetizione degli impulsi, tetanizzazione, durata delle contrazioni e dei tempi di riposo...), la tecnica consente di recuperare o sviluppare differenti qualità muscolari o di ottenere effetti indiretti come la riduzione di tono muscolare o l'aumento di flusso sanguigno.
Per tutti questi effetti terapeutici, la prima regola è scegliere una corrente che possieda parametri indicati (programma) per l'effetto ricercato ma anche rispettare alcune semplici e poche regole pratiche:
-scelta e posizionamento degli elettrodi,
-regolazione delle energie di stimolazione,
-posizione del paziente che contribuisca a ottenere la massima efficacia terapeutica.
Elettroterapia antalgica
Il dolore fisico è un sintomo provocato da una lesione, un'alterazione o un cattivo funzionamento di una parte del nostro organismo. Negli ultimi anni, l'approccio al dolore da parte del personale medico è considerevolmente cambiato. Pur essendo sempre cruciale trattare la causa del dolore, è importante anche dare sollievo o fare scomparire il dolore per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ed è proprio questo miglioramento della qualità della vita che è diventato uno degli obiettivi prioritari di ogni terapia medica. Date queste premesse, negli ultimi anni si è sviluppata l'elettroterapia antalgica. Nel campo dell'elettroterapia, si distinguono diversi tipi di trattamento antalgico:
- i programmi per i quali i benefici dipendono da una stimolazione selettiva delle fibre nervose afferenti veicolando le informazioni della sensibilità tattile (o tatto fine) [questi programmi sono tutti di tipo TENS]
- i programmi in cui la stimolazione delle fibre nervose afferenti (motoneuroni) per mezzo di frequenze molto basse sono utilizzate per ottenere effetti di diminuzione del tono muscolare [questi programmi sono tutti di tipo Decontratturante]
- i programmi i cui i benefici sono il risultato della stimolazione spontanea delle fibre nervose afferenti (A?: dolore discriminante) ed efferenti (A?: motoneuroni) e i cui effetti sono utilizzati per trattare le contratture croniche [programmi di tipo Endorfinico].
Programmi di tipo TENS. Nel 1965, Melzack e Wall furono i primi a dimostrare interesse per l'utilizzo dell'elettricità per alleviare il dolore, facendo riferimento ai progressi della conoscenza fisiologica relativa al tragitto midollare delle informazioni sensitive. La teoria fisiologica che ne risulta è stata descritta dagli autori con la denominazione di: Gate Control (si veda la definizione nel glossario)
Da allora, questo tipo di trattamento è conosciuto con il termine di TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) oppure Gate Control.Si tratta di un metodo ampiamente riconosciuto e applicato nel settore medico. Lo scopo di questo tipo di stimolazione è sollecitare le fibre nervose afferenti della sensibilità tattile (le fibre A?). Questa eccitazione delle fibre A? trasmette quindi numerose informazioni di ritorno verso il corno posteriore del midollo spinale e blocca o limita quindi la comunicazione dei segnali nocicettivi che utilizzano fisiologicamente la stessa via d'ingresso (stessa porta) midollare.
È possibile osservare questo effetto quando, per riflesso, dopo un trauma si sfrega istintivamente la zona dolorante. La stimolazione meccanica dei ricettori tattili dell'area dolorante trasmette informazioni di questo tipo di sensibilità al corno posteriore del midollo spinale a scapito delle informazioni nocicettive che si vedono chiudere la loro porta d'ingresso midollare (Gate Control). Indicazioni Le indicazioni per i programmi di tipo TENS sono molteplici, poiché ogni tipo di dolore, a condizione che sia relativamente localizzato può beneficiare dell'effetto "Gate control". Nella maggior parte dei casi, gli effetti del programma TENS consentono di trattare il dolore in modo palliativo, come è diventato frequente, per esempio, per le sindromi iperalgiche dei tumori allo stadio avanzato. L'elettroterapia antalgica di tipo TENS è diventata ormai un trattamento tradizionale fra le diverse opzioni terapeutiche di cui dispongono i medici algologi. Oltre alle indicazioni molto generali, i programmi TENS rappresentano un trattamento elettivo per le patologie la cui sindrome dolorosa ha origine da un' insufficienza o un'assenza degli influssi abitualmente continui della sensibilità tattile (dolori di deafferenzazione), lasciando quindi spalancata la porta di ingresso midollare affinché le informazioni nocicettive possano essere richiamate anche in assenza di lesioni, come illustrato dall'esempio dei dolori dell'arto fantasma negli amputati. In seguito all'applicazione dei programmi TENS, il dolore sarà attenuato per una durata variabile di svariate ore. L'uso di questi programmi non ha limiti. In alcune situazioni, accade persino che, per i pazienti affetti da dolore cronico importante, gli elettrodi siano collocati direttamente sulle radici nervose sensitive; questi pazienti effettuano da 8 a 12 ore quotidiane consecutive (e talvolta di più) di stimolazione antalgica di tipo TENS.
Parametri principali di stimolazione
Durante la stimolazione, l'ampiezza degli impulsi elettrici (durata di passaggio della corrente) è adattata per stimolare le fibre nervose afferenti della sensibilità tattile la cui cronassia (si veda la definizione nel glossario) è oggi ben nota. Le fibre A?, cioè le cellule nervose più eccitabili, possiedono la cronassia più corta (in media 50µs, cioè 50 milionesimi di secondo) valore che sarà applicato alla durata dell'impulso ottimale di stimolazione durante i trattamenti di tipo TENS. Poiché lo scopo del trattamento è la saturazione del corno posteriore del midollo spinale con l'entrata massiccia di informazioni della sensibilità tattile, la frequenza degli impulsi (numero di impulsi elettrici al secondo) utilizzata sarà elevata e adatta alla fisiologia delle fibre A? capaci di veicolare da 50 a 150 informazioni al secondo (frequenza media di 100 Hz). Durante la stimolazione, l'utente percepisce delle parestesie sotto gli elettrodi. Tuttavia, in seguito a un fenomeno abituale di tolleranza (si veda la definizione nel glossario) la sensazione di parestesia scompare dopo pochi minuti (talvolta meno) di trattamento. Per lottare contro il fenomeno della tolleranza, occorre aumentare nuovamente l'intensità oppure optare per un programma di tipo TENS che modifica i parametri di stimolazione durante il trattamento (come alcuni programmi specifici menzionati qui di seguito).
Programmi di tipo DECONTRATTURANTE. Questi programmi impongono una stimolazione dei motoneuroni alfa con frequenze molto deboli (comprese fra 1 e 3 Hz) richiedendo al muscolo stimolato (o muscoli stimolati) risposte meccaniche isolate (scosse, si veda la definizione nel glossario) molto distanziate nel tempo, il cui effetto è una diminuzione della tensione di riposo del muscolo così stimolato. Indicazioni
Questo tipo di stimolazione (chiamato "Tonolisi", "Contrattura" o "Decontratturante") è indicato per eliminare le contratture acute (torcicollo, lombaggine) e quelle dovute a un'attività sportiva intensa. Consente anche di diminuire la tensione muscolare di riposo e facilita quindi l'esecuzione delle manovre di mobilizzazione eseguite dal terapeuta.
Parametri di stimolazione
Durante i programmi di tipo Decontratturante, l'ampiezza degli impulsi corrisponde alla cronassia dei motoneuroni alfa (compresa fra 200 e 400 µs, in funzione dell'area stimolata). I motoneuroni sono eccitati con una frequenza di stimolazione pari a 1 Hz, imponendo al muscolo interessato una scossa muscolare al secondo. Programmi di tipo ENDORFINICO. I programmi di tipo Endorfinico sono conosciuti anche con il nome di AL TENS (Acupuncture like TENS) o Elettroagopuntura. Il principio di questo tipo di stimolazione è di stimolare le fibre nervose afferenti del dolore discriminative (fibre A?). La stimolazione di queste fibre con frequenze basse (da 1 a 5 Hz) comporta un aumento della produzione delle sostanze analgesiche, dette endorfine (e enchefaline), secrete principalmente dall'ipotalamo. Le endorfine sono responsabili di un aumento della soglia della percezione del dolore comportando così un effetto antalgico generalizzato. Il secondo effetto localizzato dai programmi di tipo Endorfinico è la conseguenza che questa stimolazione impone simultaneamente un'eccitazione delle fibre efferenti (motoneuroni alfa) e provoca risposte meccaniche muscolari simili a scosse. Le scosse muscolari sono localmente responsabili di un aumento elevato del flusso sanguigno. Pertanto è possibile affermare che i due effetti principali legati ai programmi di tipo Endorfinico sono:
- Effetto generale, aumento della produzione delle endorfine per stimolazione delle fibre A?, con una frequenza di 5 Hz;
-Effetto locale, aumento del flusso sanguigno tramite stimolazione dei motoneuroni, con una frequenza di 5 Hz.
Indicazioni Le indicazioni principali dei programmi di tipo Endorfinico sono le contratture muscolari croniche particolarmente frequenti in presenza di rachialgia e radicolalgia. L'aumento della tensione delle fibre muscolari contratte e la compressione della rete capillare che ne deriva hanno come conseguenza una diminuzione del flusso di sangue e un accumulo progressivo di metaboliti acidi e di radicali liberi. Questa "acidosi" muscolare è direttamente responsabile dei dolori che mantengono e rinforzano l'intensità della contrazione. Oltre all'effetto generale dell'aumento delle endorfine, i programmi di tipo Endorfinico consentono di ottenere un effetto locale. Le cinque scosse muscolari al secondo indotte dalla stimolazione causano infatti un marcato fenomeno di iperemia che drena i metaboliti acidi e i radicali liberi accumulati nelle zone muscolari cronicamente contratte. Se si esegue il trattamento per almeno dieci sedute, la ripetizione degli episodi di ipermia locale consente di sviluppare nuovamente la rete capillare atrofizzata in conseguenza della cronicità della contrattura.
Perciò i programmi di tipo Endorfinico consentono di trattare efficacemente i dolori muscolari cronici attaccando la causa del problema. Parametri principali dei programmi
Gli impulsi sono indicati per eccitare le fibre del dolore discriminativo (fibre A?). L'aumento della produzione delle endorfine è ottenuto con l'utilizzo di frequenze di stimolazione basse (da 1 a 5 Hz). Al fine di trarre il massimo beneficio dal secondo effetto locale dei programmi di tipo Endorfinico, vale a dire un aumento del flusso sanguigno, si applica una frequenza di stimolazione di 5Hz (si veda anche "Aspetti generali dei programmi vascolari").
Elettrostimolazione Neuromuscolare
La neurostimolazione è una tecnica che consiste nella stimolazione di potenziali di azione a livello delle cellule nervose. La differenza di potenziale a livello della membrana della cellula nervosa è pari a un valore medio di -70 mV ed è dovuta alla differenza della concentrazione ionica intra ed extra cellulare.
Per eccitare la membrana della fibra nervosa, vale a dire provocare la comparsa di un potenziale di azione sulla superficie, è sufficiente modificare il potenziale di riposo fino a un determinato valore soglia, in media pari a - 50 mV. Raggiunto questo valore soglia, la membrana passa dallo stato di riposo a quello di attività. Si manifesta un potenziale d'azione che si sposta lungo la fibra nervosa verso le strutture muscolari periferiche per ordinare una risposta meccanica oppure verso le strutture nervose centrali per trasmettere loro delle informazioni sensitive. L'elettrostimolazione di una fibra nervosa equivale quindi a modificare, in un punto della membrana, il potenziale di riposo fino al valore di soglia tramite una corrente elettrica applicata sulla pelle. Due famosi fisiologi francesi, Weiss e Lapicque, hanno potuto determinare fin dall'inizio del XX secolo la relazione matematica fra l'intensità di una corrente elettrica e il tempo di applicazione di questa stessa corrente necessario per eccitare una fibra nervosa.
Impulso ottimale di Neurostimolazione. Per essere considerato ottimale, l'impulso di stimolazione deve soddisfare due condizioni indispensabili: Trasmettere la quantità di carica elettrica necessaria per innescare un potenziale d'azione (modifica del potenziale di riposo fino al valore di soglia) Ma trasmettere unicamente quella quantità di carica elettrica che possa essere applicata in piena sicurezza e con il massimo comfort di utilizzo.
Per soddisfare queste due condizioni, l'impulso ottimale può essere definito come quello in grado di modificare il potenziale di riposo fino al valore di soglia di eccitabilità (secondo la legge fondamentale), garantendo contemporaneamente il massimo comfort per l'utente. Quest'ultima condizione è soddisfatta minimizzando i parametri elettrici di impulso. Stabilite queste due condizioni, l'impulso ottimale di neurostimolazione deve avere le caratteristiche seguenti: Onda di forma rettangolare Durata dell'onda rettangolare pari alla cronassia della struttura nervosa che si vuole eccitare Compensazione dell'onda rettangolare con un'onda perfettamente simmetrica di polarità opposta (impulso bifasico con media elettrica nulla) Impulso prodotto da un generatore di corrente costante al fine di mantenere costante la forma dell'impulso durante il suo passaggio attraverso i tessuti.
Neurostimolazione delle fibre nervose efferenti. La conseguenza dell'eccitazione delle fibre nervose motrici è quella di portare alle strutture muscolari periferiche informazioni che queste strutture interpretano sempre, e in modo fisiologico, come un ordine che richiede una risposta meccanica. Obiettivo dell'elettrostimolazione dei nervi motori è sempre di imporre ai muscoli un determinato lavoro meccanico le cui conseguenze fisiologiche dipendono alla natura del lavoro imposto.
Oggi l'elettrostimolazione dei nervi motori è normalmente denominata: Elettrostimolazione muscolare (ESM).
Per comprendere in termini generali la tecnica dell'ESM è necessario analizzare alcune nozioni elementari di fisiologia.
Risposta meccanica elementare della fibra muscolare
La reazione meccanica della fibra muscolare durante la sua "inizializzazione" (fasi calciche e biochimiche intermedie) tramite un potenziale di azione è sempre identica: breve scorrimento delle proteine muscolari (actina e miosina) che si traduce con una breve messa in tensione della durata di alcune decine di millisecondi. (si veda d.2). Questa risposta meccanica elementare prende il nome di: scossa muscolare (twitch) e rappresenta la risposta meccanica elementare o l'unità di lavoro della fibra muscolare. Diversi tipi di fibre muscolari
Anche se oggi la tecnica dell'immunoistochimica permette di identificare più di una decina di fibre muscolari diverse, per le loro caratteristiche (morfologiche, meccaniche e metaboliche) possono essere classificate in due macro gruppi: le fibre di tipo I (o lente o slow twitch fibers) e le fibre di tipo II (o veloci o fast oxydative fibers/fast glycolitic fibers). Le fibre di tipo I rosse e di diametro ridotto, le fibre muscolari di tipo I, hanno una risposta meccanica incapace di sviluppare una tensione conseguente e di lunga durata: 100 ms (cioè 1/10 s), dove il massimo di tensione è raggiunto dopo 30 ms. Dal punto di vista metabolico la rifosforilazione dell'ATP è garantita principalmente dalla filiera aerobia che garantisce a questo tipo di fibre una resistenza elevata alla comparsa della stanchezza.
Fibre di tipo II
bianche (poco colorate) e di diametro elevato, le fibre muscolari di tipo II, hanno una risposta meccanica molto più vigorosa rispetto alle fibre di tipo I. La tensione sviluppata è conseguente e di breve durata: 30 ms, la tensione massima è raggiunta dopo 15 ms. Per le fibre di tipo II la nuova sintesi dell'ATP è garantita essenzialmente dalle due linee anaerobie, fornendo loro una resa meccanica elevata, a scapito di una faticabilità (impossibilità di riprodurre per molto tempo o a intervalli troppo ravvicinati il massimo della loro capacità meccanica) che si manifesta in modo precoce. Meccanismi di contrazione muscolare
Il ruolo fisiologico essenziale del tessuto muscolare è quello di sviluppare il livello di forza (tensione) sufficiente o necessario per mobilizzare o garantire il mantenimento dei diversi segmenti articolari. A patire dalle considerazioni precedenti (risposta meccanica elementare - d1), è facile comprendere che i due sistemi adattativi del sistema neuro-muscolare utili per rispondere a queste esigenze fisiologiche sono i seguenti:
"Inviare" potenziali di azione verso un numero variabile di fibre muscolari: reclutamento spaziale
"Inviare" un numero variabile di potenziali di azione verso le fibre muscolari sollecitate: reclutamento temporale
Reclutamento spaziale
La percentuale di fibre muscolari (unità motrici) sollecitate è condizionata dalla resa muscolare necessaria al fabbisogno funzionale. Più la richiesta funzionale meccanica è elevata (fabbisogno maggiore di forza) e più la percentuale di fibre reclutate è importante. Nell'elettrostimolazione, il reclutamento spaziale è direttamente e unicamente correlato con la quantità di carica elettrica applicata all'area stimolata. Infatti, la disposizione anatomica spaziale delle fibre nervose oltre la barriera cutanea, richiede quantità di carica elettrica crescenti per eccitare maggiormente le fibre (sempre più distanti dalla superficie cutanea). Pare quindi evidente l'indiscutibile necessità di disporre di una corrente di stimolazione confortevole (Bb) al fine di garantire il reclutamento spaziale necessario per ottenere gli effetti desiderati. Reclutamento temporale
La crescita della richiesta muscolare funzionale può essere garantita (ed entro determinati limiti fisiologici) anche dall'aumento del numero di potenziali di azione che presiedono al lavoro meccanico muscolare. Oltre una certa frequenza di potenziali di azione (numero di potenziali di azione al secondo), le risposte meccaniche elementari si sommano e consentono quindi al muscolo di realizzare vere e proprie contrazioni tetaniche (si veda, mantenimento prolungato nel tempo di una tensione muscolare significativa). L'effetto meccanico (tensione/forza sviluppata) in quanto direttamente proporzionale al risultato della somma delle risposte elementari espresse.
La somma di risposte meccaniche elementari non può mai, tuttavia, superare i limiti di una somma massima che è quella che prende in considerazione l'intervallo necessario, per ogni categoria di fibre muscolari, per raggiungere il livello più elevato (tensione o forza massima) della loro risposta meccanica elementare. Perciò i tre livelli essenziali di frequenze di sollecitazione muscolare si definiscono nel seguente modo:
FreqUenze inferiori a 10 Hz. La sincronizzazione ineluttabile nell'elettrostimolazione associata con la debole ripetizione dei potenziali di azione è così fisiologicamente insufficiente per ottenere la contrazione tetanica muscolare minima. I risultati meccanici possono essere unicamente scosse muscolari più o meno individualizzate e ravvicinate i cui effetti saranno principalmente utilizzati per i programmi VASCOLARI
NB: Nella terminologia propria all'elettroterapia si è soliti considerare le frequenze di elettrostimolazione muscolare inferiori a 10 Hz come basse frequenze.
Frequenza da 33 Hz. Questa frequenza di scarico dei potenziali di azione sulle unità motrici è quella che impone alle fibre muscolari di tipo I la loro capacità massima di resa meccanica: vale a dire le fibre lente reclutate lavorano al massimo della loro possibilità meccanica.
Frequenza da 66 Hz.
Questa frequenza di scarico dei potenziali di azione sulle unità motrici veloci è quella che impone alle fibre muscolari di tipo I la loro capacità massima di resa meccanica: vale a dire le fibre veloci reclutate lavorano al massimo della loro possibilità meccanica.
Gli effetti dei programmi che utilizzano le frequenze di 33 e 66 Hz sono descritti nei capitoli relativi ai programmi di riabilitazione.
Articolo tratto da compex-professional.com
Ionoforesi
Per ionoforesi (iòno-phòresis = trasporto di ioni) si intende l'introduzione di un farmaco nell'organismo attraverso l'epidermide (somministrazione per via transcutanea), utilizzando una corrente continua (corrente galvanica), prodotta da un apposito generatore.
I vantaggi della somministrazione di farmaci con questa modalità sono essenzialmente:
-Evitare la somministrazione per via sistemica (orale, intramuscolare, endovenosa);
-Applicare il farmaco direttamente nella sede corporea interessata dalla patologia;
-Permettere l'introduzione del solo principio attivo, senza veicolanti (eccipienti);
-Permettere agli ioni di legarsi a determinate proteine protoplasmatiche;
-Iperpolarizzare le terminazioni nervose.
Per quanto riguarda la via di somministrazione, è utile ricordare che la via sistemica presenta diverse controindicazioni; infatti, la totalità dei farmaci presenta il rischio, più o meno marcato, di effetti collaterali a danno di vari organi e sistemi anatomici. Questo perché, per garantire una valida azione terapeutica, il farmaco deve necessariamente raggiungere una concentrazione ematica (percentuale di farmaco circolante nel sangue), tale da poter garantire una valida azione terapeutica. Tutto questo determina la presenza nel circolo vascolare, oltre che del farmaco, anche di metaboliti dello stesso, prodotti dal fegato, i quali devono essere "smaltiti" dall'organismo per varie vie, prima fra tutte la via renale.
A ciò si aggiunge il danno indiretto provocato dal farmaco ad altri organi, dovuto all'alterazione delle condizioni in cui questo normalmente opera, come nel caso dell'apparato digestivo, in cui alcuni farmaci alterano l'equilibrio acido-base, con conseguenze anche gravi (ad es. gastriti e gastroduodeniti causati dall'assunzione di FANS - Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei).
Il secondo vantaggio è quello di poter applicare il farmaco direttamente nella zona da curare, riducendo così i tempi terapeutici, con conseguente regressione dei sintomi in un tempo minore. Affezioni dolorose (algie) dell'apparato muscolo-scheletrico, derivanti da artrite, artrosi, sciatica, lombalgia, cervicale, strappi muscolari, ecc., vengono quindi curate circoscrivendo l'effetto terapeutico solo alla zona interessata.
Il terzo è la possibilità di introdurre il solo principio attivo del farmaco, in forma ionica, senza gli eccipienti, i quali, spesso, sono fonte di reazioni più o meno avverse.
Al quarto punto dobbiamo considerare che il farmaco in forma ionica, si lega a proteine protoplasmatiche specifiche, aumentandone il tempo di permanenza nelle sedi anatomiche interessate (emivita), potendo quindi diminuire le quantità di farmaco utilizzate per la stessa patologia rispetto ad altre vie di somministrazione. È stato possibile misurare che questo sistema terapeutico ha la capacità di far assorbire alla regione ammalata una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita, ad esempio, per via orale. In ultimo, l'applicazione di correnti continue a bassa intensità ha il risultato non secondario di iperpolarizzare le terminazioni nervose, determinandone un elevamento della soglia di eccitabilità, ottenendo quindi un effetto antalgico elevato (effetto TENS).
Tutto questo è possibile perché tutti i farmaci presentano la caratteristica della presenza di ioni positivi, negativi, o entrambi (bipolari) - carichi quindi elettricamente - e, sfruttando quindi il principio fisico della migrazione ionica da un polo elettrico all'altro, otteniamo una somministrazione transcutanea, che sfrutta cioè la pelle come via di somministrazione. Dal punto di vista strettamente elettronico un generatore per ionoforesi è essenzialmente un generatore di corrente costante a bassa intensità (generalmente vengono usate correnti tra i 5 milliampere e i 10 milliampere), che eroga cioè una corrente continua stabile nel tempo, corredato da vari sistemi di controllo e temporizzazione, in modo da consentire la creazione di un campo elettrico il quale viene applicato, tramite due elettrodi, uno positivo e l'altro negativo, costituiti da delle placche in gomma conduttrice ricoperte da una superficie assorbente, posti sulla cute del soggetto in prossimità della zona da trattare.